C'è qualcosa in Basilicata che mi affascina fortemente. 

Complici i paesaggi, la gente, la cucina e complici persino i collegamenti che, sebbene siano scarsi e discutibili, rendono  questa regione ancora più unica, più intima. Perché chi la raggiunge non ci arriva per caso né in un'ora di aereo e dunque lungo il viaggio in auto già ne pregusta l'essenza. Già inizia a immergersi nella sua dimensione. 

Per raggiungere Castelsaraceno è andata esattamente così. Lungo le due ore e mezza di auto da Bari ho visto mutare lentamente il paesaggio, ho seguito i profili delle colline fino a scorgere le timide cime innevate delle montagne. Ho cercato di indovinare il nome dei borghi arroccati all'orizzonte (fallendo) e mi sono divertita tantissimo quando abbiamo dovuto rallentare per un incontro ravvicinato e del tutto inaspettato. L'incontro con una mandria di mucche guidate da un giovane pastore. 

È stato un preludio inatteso, un caloroso benvenuto prima di fare il nostro ingresso a Castelsaraceno, caratteristico borgo dell'entroterra lucano che conta poco più di mille abitanti. 

Viene definito "il paese dei due parchi" perché posto a cavallo tra il Parco Nazionale del Pollino e il Parco Nazionale dell'Appennino lucano Val d'Agri Lagonegrese.

Una posizione privilegiata che ha fatto sì che questo piccolo borgo oggi possa vantare un primato a livello mondiale: quello di ospitare il ponte tibetano più lungo al mondo.

Non vedevo l'ora di percorrerlo - era un'esperienza che sognavo di vivere da molto tempo - ma posso dire che a rendere il weekend a Castelsaraceno così memorabile hanno contribuito più fattori. Non solo il ponte, ma anche gli addobbi natalizi, i pranzi divini, l’accoglienza genuina e preziosa della comunità. 

A seguire vi parlo nel dettaglio di ognuno di questi fattori, affinché anche voi possiate prendere nota e lasciarvi ispirare, affinché anche voi possiate scoprire in prima persona il tesoro custodito a Castelsaraceno.

Viaggio a Castelsaraceno: come organizzarsi

Considerate che Castelsaraceno è molto piccola, quindi non occorrono molti giorni per visitarla. A dire il vero, basterebbe una giornata piena. Tuttavia, poiché la conformazione del territorio permette di prendere parte a esperienze particolari anche in montagna (in prossimità del borgo), io vi consiglio di fermarvi almeno una o due notti per fare incetta di attività e godere a pieno dell'atmosfera rilassata che si respira. Io qui mi sono sentita davvero in un'altra dimensione, lasciando a casa lo stress e le corse per il lavoro. 

Ricordate di mettere in valigia indumenti pesanti e munitevi di guanti, sciarpa, cappelli, maglie termiche e abbigliamento da montagna, soprattutto se prevedete attività outdoor. 

Il ponte tibetano più lungo del mondo

Lungo 586 metri, il ponte è un capolavoro di ingegneria ed è anche detto “Ponte dei due parchi” perché attraversa la valle unendo due parchi Nazionali (Pollino e Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese).

Anche solo osservarlo incanta, costringendoci a chiedere come sia stato possibile costruire una simile struttura letteralmente sospesa tra le montagne. Sembra incredibile. 

Per quanto riguarda le mie emozioni attraversandolo, posso dirvi che è stato mozzafiato. Sì, se come me amate le altezze è qualcosa di strepitoso. Attraversarlo permette di sentirsi fuori dal mondo e ammirare il meraviglioso paesaggio circostante da un punto unico e privilegiato. Vento e freddino a parte (che sono comunque gestibili coprendosi adeguatamente) è stata un’esperienza superlativa, che rifarei assolutamente.

Prima di attraversare il ponte bisogna indossare un'imbracatura di sicurezza, che viene fornita all'ingresso. I ragazzi del personale spiegano minuziosamente come attraversare il ponte che, anche grazie all'imbracatura, è un'esperienza sicura al cento per cento. Il ponte viene attraversato solo da un lato (in andata, per intenderci), mentre al rientro si percorre un sentiero laterale in modo da tornare agevolmente al punto di partenza. 

Il tempo medio di percorrenza del ponte è di circa 35 minuti. 

Il ponte è attraversabile tutto l’anno, in tutte le stagioni. In questo periodo è attraversabile fino alle 15:00.
Ed è percorribile anche da bambini e ragazzi, a partire da un metro e venti di altezza, a patto che siano accompagnati dai genitori.
Quindi è una bella attività anche per le famiglie - le famiglie più avventurose, ovviamente. 

L'esperienza sul ponte è prenotabile sul sito ufficiale di Castelsaraceno.

 

Il periodo natalizio a Castelsaraceno

Per il periodo natalizio quest'anno Castelsaraceno prevede numerose attività per le persone del posto e tutti i visitatori, a partire dal mercatino di Natale in piazza, dove i castellani espongono e propongono prodotti tipici locali, dolciumi e artigianato. Il tutto nella magica atmosfera di Piazza Piano della Corte, egregiamente illuminata a festa, da cui si snodano tre sentieri di luce che arrivano nel centro storico. Magnifico il sentiero di luce che accompagna fino al ponte tibetano illuminato.

La chicca di questo periodo è sicuramente il ponte tibetano: in questo periodo di feste, quando diventa buio,  si illumina completamente, come una grande stella cometa sospesa tra i due parchi nazionali. Meraviglioso.

Nella Chiesa Madre vi è una mostra di presepi a cura dell’Associazione Amici del Presepe, con più di 20 installazioni. È visitabile tutti i giorni dalle 09:30 alle 17:30.

Inoltre, per chi ama pattinare, è stata prevista anche una pista di pattinaggio su ghiaccio attiva dal 15 dicembre presso il Museo della Pastorizia.

Insomma, una serie di attività che rendono Castelsaraceno una destinazione perfetta per chi ama l'atmosfera natalizia di montagna.

Le attività da non perdere a Castelsaraceno

Il museo della pastorizia

Questo museo è il tempio dell’identità locale e rappresenta un unicum nel panorama museale demoetnoantropologico non solo lucano, ma di tutto il Sud Italia. Scommettendo su una scelta tematica così peculiare e fortemente rappresentativa, si è deciso di raccontarla mediante i potenti mezzi tecnologici, suggellando l'incontro tra il mondo della pastorizia e i più moderni mezzi comunicativi. 

Tempo fa la pastorizia era stata un po' accantonata per un pregiudizio culturale. Poiché i pastori (considerati arretrati) desideravano un futuro migliore per i loro figli, vi fu un abbandono del settore economico prevalente. Si rischiava dunque di perdere una fonte economica importante, ma anche una componente imprescindibile dell'identità culturale locale. Questo museo va quindi a proteggere l'antico mestiere della pastorizia, raccontandone le peculiarità e l'evoluzione nel corso dei decenni attraverso contenuti multimediali coinvolgenti e ricordi ancora vividi nel cuore della gente. 

Ho amato molto la sala della memoria, in cui è possibile assistere alla proiezione di quattro video, ciascuno dedicato a una diversa tematica: la transumanza, la festa della 'ndenna (una celebrazione molto caratteristica che ha radici antichissime a Castelsaraceno), la giornata del pastore, l'artigianato delle fuscelle (all'interno delle quali veniva posta la ricotta o altri prodotti della pastorizia). 

All'interno del museo vi sono anche strumenti particolari legati al mondo della pastorizia che sono stati gentilmente ceduti dagli abitanti del paese che, per il bene della comunità, si sono privati di un oggetto dal grande valore emozionale. Uno tra questi è lo skavurateddu, che serviva per imprimere la toma da mettere sulla ricotta. Mediante alcuni studi si è visto che veniva utilizzato solo a Castelsaraceno. 

Le attività sportive

Nel contesto delle attività natalizie (e non solo) il programma di Castelsaraceno prevede escursioni in quad, e-bike e a piedi sui monti Alpi e Raparo. Queste attività sono disponibili tutti i fine settimana su prenotazione.

Castelsaraceno e la sua bellissima comunità

Ma la meraviglia di Castelsaraceno è data anche - anzi, oserei dire soprattutto - dal suo paesaggio umano. Sì, umano. Una bellissima comunità di esseri umani che hanno a cuore il futuro del proprio paese e intendono proteggerlo e attivarsi per far sì che possa svilupparsi un fenomeno di continua evoluzione e costante progresso. Dalle signore di Borgo Fiorito - di cui con me si è fatta portavoce la dolce signora Anna - che si prendono quotidianamente cura dei fiori del borgo fino ai ragazzi che, già giovanissimi, mediante la creazione delle mappe di comunità individuano le peculiarità locali col fine di valorizzarle. Tutto questo con la preziosissima guida di Giusi Giovinazzo, che si prodiga per la comunità con le sue idee apparentemente arzigogolate e bizzarre, eppure estremamente efficaci e lungimiranti. 

Il potere della solidarietà, insieme a quelli dell'accoglienza, dell'ascolto, della condivisione e dell'amicizia, sono grandi valori. E gli abitanti di Castelsaraceno lo sanno bene.

Ed è così che qui si misura la ricchezza. Questo accade da sempre, tant'è che già da tempo la comunità ha dato vita a importanti progetti di inclusione. Oggi, proprio grazie a questo approccio, Castelsaraceno è un paese in fermento e desideroso di aprirsi al nuovo. Ai giovani sono state date opportunità di lavoro e occasioni di crescita e aggregazione, evitando così lo spopolamento del borgo e portando numerosi giovani a restare o tornare, anche dopo prestigiose esperienze fuori. Fenomeno tutt'altro che scontato, soprattutto in un paesino di montagna lontano dai centri maggiori. Tutto per merito del grande senso di comunità.

E anche se io sono (orgogliosamente) del Sud, mi è sembrato quasi di essere stata catapultata nel film Benvenuti al Sud. Sono arrivata in questo borgo che sapevo poco, pochissimo di lui e sono andata via portandomelo nel cuore, cosa che accade solo con i luoghi dove ci si è sentiti davvero a casa.

Ho fatto amicizia con mezzo paese, ho dovuto gentilmente declinare decine di inviti a prendere un caffé al bar (non perché non volessi accettare un caffè gentilmente offerto, ma semplicemente perché dopo il quarto caffè non volevo correre il rischio di andare incontro ad epilessia). E tra un caffè e l'altro, un giro in piazza tra i mercatini e un salto in bottega, mi sono immersa nelle vite della gente scoprendo storie, desideri, speranze dei castellani. Tutto in poco più di 24 ore. E tutto in maniera estremamente naturale, perché sono stati i castellani stessi a mettermi a mio agio e ad aprirsi completamente a me senza mai voler primeggiare, mostrandomi sinceramente l'armonia che regna tra loro. Raramente mi è capitato di incontrare una comunità così salda e coesa per il bene del proprio paese, a tutte le età. Questo sì, è il ricordo più bello che porto a casa e che non voglio mai cancellare dai cassetti della mia memoria. Non smetterò mai di ringraziare Castelsaraceno e i castellani per la grande lezione di umanità che mi hanno inconsapevolmente trasmesso. 

Dove mangiare a Castelsaraceno

Per mangiare, vi consiglio di segnarvi questi posti: Ristorante da Federico, Ristorante Lutipico, Ristorante u’Vizzarro (contrada Miraldo) e Ristorante Taverna Saracena.

Se andate al Ristorante da Federico, vi consiglio di non perdere il cavallo di battaglia della signora Giuseppina: la bruschetta con porcini, pancetta (e strutto, ingrediente segreto che la rende ancora più gustosa). 

Al Ristorante Taverna Saracena, che ho amato molto, non esitate a provare antipasto, primi piatti e - rullo di tamburi - la nuglia, una preparazione di carne suina tipica della zona.

Da Donato, nella sua bottega L'élite del Gusto, potete comporre il vostro panino con prodotti locali. Provatelo con caciocavallo silano di Basilicata e capocollo locale, oppure fatevi guidare semplicemente dall'estro di Donato. Io ho adorato (e divorato) il suo panino, rigorosamente accompagnato da un calice di Aglianico del Vulture. 

Dove dormire a Castelsaraceno

L'ospitalità a Castelsaraceno è una cosa seria e, sebbene non vi siano grandi hotel (anzi, non vi siano proprio hotel), la comunità si è attivata per mettere a disposizione di turisti e visitatori degli alloggi calorosi e accoglienti, proprio come loro. Io ho soggiornato al B&B Continanza, una casa indipendente su due piani curatissima in ogni dettaglio. Giorgia, la proprietaria, è disponibile e premurosa e fa sì che agli ospiti non manchi nulla. 

Tra le altre opzioni da prendere in considerazione vi sono: B&B Rosy Gallo, B&B Carosello e la Casa Vacanza Rosa dei Venti. Tutte accomunate dal calore dei castellani, pronti a coccolare i loro ospiti.

Per approfondire e/o prenotare le attività in loco, vi invito a visitare il sito ufficiale di Visitcastelsaraceno.

Articolo realizzato in collaborazione con Visit Castelsaraceno e Comune di Castelsaraceno