Ultimo tour dell’estate con MoveU e stavolta abbiamo deciso di toccare una zona dalla quale mancavamo da un po’ -pur ripromettendoci sempre di dover tornare- perché un po’ dislocata e meno di passaggio rispetto ad altre mete nostrane.
Proprio per questa ragione MoveU è stato il servizio perfetto per questo nuovo itinerario alla scoperta di Manduria e dei suoi dintorni e, anche stavolta, ci ha permesso di viaggiare in tutta comodità ed indipendenza, concedendoci sempre qualche sosta non preventivata.

Lungo la strada – le soste

1. Taranto

Primo pit stop a Taranto, la città dei due Mari. Spesso soggetta e vittima di pensieri stereotipati, è invece una città dannatamente meravigliosa. E, essendo stata una delle maggiori colonie della Magna Grecia, è impregnata di storia, arte e cultura.

In primis non perdetevi i due simboli della città, il Castello Aragonese, di una bellezza che toglie il fiato, ed il Ponte Girevole– così chiamato perché si apre per il passaggio delle navi- che collega l’isola del Borgo Antico (l’Acropoli di un tempo per intenderci) con la penisola del Borgo nuovo, creando un vero e proprio legame e connessione tra antico e moderno.
Io poi vi consiglio vivamente di addentrarvi nel centro storico, riconoscibile dalle Colonne doriche del Tempio di Poseidone, simbolo dell’origine magnogreca della città, che sono l’unico resto del tempio innalzato in onore del Dio del mare - appunto.
Altro consiglio spassionato: lungo la vostra passeggiata non soffermatevi su quelle case un po' diroccate e su quell’aria malinconica e di abbandono che alcuni angoli possono suscitare, ma spingetevi sempre più avanti e perdetevi per la città vecchia alzando in naso all’insù e stupendovi dinanzi ad ogni dettaglio di ogni vicolo nascosto. Anche dinanzi alle signore che conversano dai balconi e si confrontano su cosa hanno cucinato per pranzo.
A me personalmente questa città sembra un mix perfetto tra Bari Vecchia e Napoli, ma lungi da me l’idea di dire che è la copia di qualcos’altro. Forse ha semplicemente un po’ di quello spirito che accomuna tutte quelle città del Sud belle vivaci e veraci - e spesso vittime di pregiudizi - che io amo follemente e trovo dannatamente affascianti. Ognuna è unica, a modo suo.
Taranto ad esempio è la città legata al mare per eccellenza, ed è evidente nelle stradine del centro storico e nei dipinti e affreschi che vi divertirete a scovare. Come quello con il dettaglio tridimensionale delle cozze.

Ma le attività da fare a Taranto continuano ancora, e se avete più tempo a disposizione di una sola mattinata, non perdervi nulla di quello che offre questa città. E quando arriva l’ora di pranzo non potete non concedervi un buon piatto di pesce vista mare.

Su questo vecchio articolo del blog avete qualche spunto in più.
Nel caso io vi indirizzo e segnalo anche la local tarantina più giusta per avere delle dritte giustissime: la nostra amica Marika Marangella con le sue guide. Grazie a lei ho segnato tips come guardare il tramonto nel Mar Grande dal palazzo delle poste sul lungomare.

Insomma, non eliminate assolutamente Taranto dai vostri giri. La città merita il suo riscatto. Ma prima di tutto una visita.

2. Isolotto "del Venerdì Santo"

Uscendo da Taranto, costeggiando il mar piccolo e prendendo l’uscita ‘Circumavigapiccolo’, ci ritroviamo davanti ad uno scenario inaspettato: un lunghissimo tratto di strada immerso nella natura e praticamente sul mare, così tanto sul mare che non è difficile dal finestrino mettere a fuoco il movimento delle mani dei pescatori che maneggiano le cozze, ad ogni rientranza della strada.
Prese benissimo da queste scene, decidiamo di far fermare il nostro driver Maurizio. Ed è qui che ci imbattiamo per caso in un isolotto con un qualcosa di insolito e mai visto: nel mezzo del mare sorge questo pezzo di asfalto bianco fatto a mo’ di percorso che conduce verso una chiesetta con un altarino a strapiombo sul Mar piccolo che alla punta ricorda proprio la forma di una barca.  All’inizio di questo percorso troviamo dei ragazzi che, da dietro le due montagne di cozze che stavano pulendo sul bancone, ci dicono che quella è proprio la processione del venerdì Santo, con tanto di stazioni.

L’allevamento delle cozze tarantine, l’oro nero della città, è frutto del lavoro di antichi pescatori che nella laguna del Mar Piccolo ne iniziarono la coltivazione oltre 1000 anni fa.  Proprio per questo è di fondamentale importanza preservare il Mar Piccolo e tutto quello che ne deriva.

Noi rimaniamo sconvolte dallo scenario. Un vero e proprio mix tra sacro e profano. Dalla scritta Piccola chiesetta a cielo aperto in onore della Madonna di Fatima del Mar Piccolo incisa sulla pietra, alle frasi della processione dedicate a Gesù, fino al pulitore di cozza sotto la sua capannina al riparo dal sole con la sua suoneria del cellulare Jerusalema che all’improvviso suona all’impazzata.

3. Grottaglie

Sulla strada, tappa imprescindibile è Lei. Non ha bisogno di troppe presentazioni, basti dire che le sue ceramiche sono esportate ed apprezzate in tutto il mondo per la loro bellezza ed unicità.
Grottaglie, e più nello specifico il suo quartiere delle ceramiche, è proprio il classico posto che potresti visitare in pochissimo tempo, ma se sei una maniaca del dettaglio ed un’amante del bello e dell’artigianalità (presente!) devi esser pront* a sapere che qui perderai la cognizione del tempo, andando di bottega in bottega e perdendo la testa per ogni singolo pezzo d’arredo che i tuoi occhi scorgeranno.

Il quartiere delle ceramiche per me è un vero luogo per rifarsi gli occhi e assaporare l’arte a 360 gradi. Il luogo dove tornare, perdersi, farsi raccontare storie, ammirare e meravigliarsi. E magari andarci con una valigia vuota da riempire.

Il souvenir per eccellenza qui è il pumo, un augurio ed un portafortuna unico. Per la prima volta abbiamo visto alcune fasi del suo processo di realizzazione nella bottega Il Torniante e non vi nego che è stato emozionante vedere le mani di Gianluca che forgiavano l’argilla ed il suo sguardo attento mentre dava vita al piccolo pumo come non lo avevo mai visto, cioè non ancora cotto e verniciato. Il tutto con una precisione maniacale ma al tempo stesso con una estrema naturalezza.

Entrare in una bottega è una vera e propria esperienza perché significa entrare in una casa fatta di storia, spesso tramandata, e tradizione. Significa entrare in punta di piedi in un laboratorio che ne ha viste tante, e significa vedere le pile di ceramiche accatastate ovunque, i colori, le fantasie. Significa sentire l’odore dell’argilla fresca e significa scoprire lo stile -nonché la filosofia propria- dell’artigiano in questione. La bottega è un luogo unico e sacro che in sé ha tutta la semplicità e la magia delle cose vere, autentiche, fatte di duro lavoro, dedizione e amore. Tanto amore.

Le botteghe sono tantissime, una accanto all’altra ed una più bella dell’altra. Se volete visitare anche voi la bottega il Torniante, per farvi capire dove potete trovarla: è una delle botteghe oggi più iconiche perché appartiene a questa la super instagrammata scalinata con vasi e ceramiche varie messe qua e là, sotto la grande scritta a muro Quartiere delle ceramiche.
Non perdetevi anche la sua terrazza, che si affaccia sul quartiere, e piena zeppa di ceramiche da ammirare.

E poi Manduria.

Ci rimettiamo in macchina e da Grottaglie raggiungiamo in meno di trenta minuti la nostra base per questi giorni: Manduria.

Una vera e propria chicca salentina (sì, siamo già in Salento!) ricca di charme quanto di storia – e che storia!

In questa zona si sviluppò l’arcaica civiltà dei Messapi e Manduria oggi ne riporta tutti i segni e reperti.

La nostra guida d’eccezione per Manduria è la super Angela Greco di ProfiloGreco, instancabile e irrefrenabile fonte di saggezza che stra-raccomandiamo per le vostre visite nell’area jonico-salentina e che ha cercato di farci innamorare il più possibile di Manduria e dei suoi tesori nascosti, come se fosse cosa non facile!

Vi segnaliamo come punto di partenza il Parco archeologico di Manduria.
Questo ospita un patrimonio archeologico da perderci la testa: basti pensare al fatto che è esteso su un’area di 16 ettari. Ma, con una visita di 1h e 30 circa potrete completamente immergervi nella storia di questo luogo, tornando indietro nel tempo e diventando cittadini dell’epoca.

Il consiglio è quello di visitarlo verso l’ora del tramonto come abbiamo fatto noi, così da poter godere dei caldi colori del sole riflessi sugli enormi muri a secco, che si elevano come per magia incarnando un prodigio architettonico di epoca messapica.
Il pezzo forte del Parco secondo me è Lu Scegnu: il pozzo che Plinio il Vecchio menzionò come un miracolo.
Il Fonte Pliniano è costruito in una caverna naturale scavata nella roccia e profonda 8 metri e la meraviglia è che la sorgente millenaria continua ad essere attiva e la grotta continua a dare acqua tutt’oggi – acqua che giunge dalle murge tarantine. Ma la meraviglia nella meraviglia è il mandorlo in cima al Fonte che, piantato nel 1910, è un pollone del mandorlo originale e a fine febbraio ogni anno fiorisce donando uno spettacolo unico per chi lo ammira.

All’interno dello stesso biglietto per la visita al Parco, è compresa anche quella alla Cappella di San Pietro Mandurino, tesoro semisconosciuto e di una bellezza disarmante. A pochissima distanza dalle mura messapiche si può infatti scoprire questo luogo di culto 2 in 1, formato dalla chiesetta superiore e dalla cripta ipogea sotterranea.
Simu salentini de lu munnu cittadini
Radicati a li messapi cu li greci e i bizantini.

Proprio la cripta è la testimonianza delle epoche che si sono succedute, con i suoi affreschi dislocati nei diversi ambienti che riportano i cambiamenti e gli avvenimenti.

La cinta muraria del Parco avanza fino al cuore della città, fino al centro storico da cui parte poi un crocevia di vicoli tutti da girare a passeggio.

Segnalo La Chiesa Madre, sorvegliata dai due leoni in pietra, demolita e ricostruita più volte nel corso dei secoli, oggi è un Luogo Unico. Con la L e la U maiuscole. Impianto romanico, elementi gotici, ed una imponente facciata che sorprende i visitatori all’improvviso, trovandosi alla fine di una stradina del centro storico.

A pochi passi da questa troverete un arco che segna l’inizio del ghetto ebraico. Qui segnalo la sinagoga, altra bellezza tutta da scoprire.

Un’altra attrazione imperdibile a Manduria è il Calvario Monumentale oPresepe della Passione. Questo è quello che non ti aspetti in un luogo come Manduria ed è quello che ti lascia esterrefatto e a tratti un po' perplesso. L’autore, Giuseppe Renato Greco, dedicò tutta la sua esistenza alla realizzazione e manutenzione dell’opera. Vi direi allora che non è possibile raccontare a parole cosa sia questo Calvario sui generis, e quasi quasi vi lascerei con la voglia di andarci quindi subito per capirlo da soli. Vi dico però che è un agglomerato di colori, materiali, stili e pezzi di vissuto – che l’autore ha maniacalmente incollato, ma prima di tutto raccolto dalle case dei manduriani ..e non solo. Vedere per credere.

Dove soggiornare e cenare – Corte Borromeo e Gusto primitivo

Qui parte un racconto di cuore, che però racconterò sforzandomi di essere quanto meno di parte possibile, perché questo è un luogo che ci ha incantate a cominciare dall’accoglienza.

Nel cuore di Manduria, a due passi dalla Chiesa Madre, Corte Borromeo è il posto giusto per un soggiorno più che giusto all’insegna della raffinatezza e dello stile, in un palazzo signorile restaurato del ‘500 – che conserva gran parte degli elementi architettonici originali, come le antiche volte.
Nelle sette camere e suite di questo boutique hotel saprete senza dubbio apprezzare l’attenzione e la cura del dettaglio e l’appagante serenità che ogni angolo di luce sprigiona. Sarà forse per questo che persino degli artisti tedeschi contemporanei hanno scelto Corte Borromeo come esposizione permanente delle loro opere?

Tutt’altro che sereno è invece lo spirito e il brio dello staff - e reggetevi forte perché sta per arrivare la notizia shock: classe 1992 e 1995, le due sorelle titolari Maria Grazia e Isabella Massari tengono le redini della loro brigata fatta di coetanei (se non più giovani ancora!) e di giovanissimi che hanno quella voglia di fare, quello spirito di squadra e quell’affiatamento che fa bene al cuore solo a guardarli lavorare in sintonia.

Nel 2018 ha preso poi forma il progetto Gusto Primitivo, che oggi brilla di luce propria sulle terrazze dell’Hotel Corte Borromeo.

Lo si intuisce già dal nome: Gusto Primitivo è un’esperienza di gusto all’avanguardia, ma con le radici ben salde nella tradizione del territorio - a cominciare dalla voluta scelta dei vini in carta, 100% pugliesi e che toccano ogni angolo della regione. Che poi questa filosofia effettivamente è un po’ anche il riflesso del vissuto delle proprietarie, formatesi fuori, tenaci, che con le esperienze personali collezionate (da fare invidia per la loro età) sono poi tornate a casa e oggi stanno facendo la storia di una realtà che promette tanto, ma proprio tanto bene. E promette anche stelle. Io ve lo dico, chissà.

È dall’ora del tramonto in poi che si aprono le danze, la terrazza prende vita e comincia la magia. Immaginatevi le rondini che giocano nel cielo sopra di voi, il sole infuocato che calante si incontra con la luna, che invece si fa sempre più alta e brillante, e sembra che si passino il testimone mentre intorno a loro il cielo è una festa ed un continuo susseguirsi di sfumature e chiaroscuri da far invidia a Rembrant.
Bene, io ammetto di essere una romanticona, ma questo spettacolo per gli occhi con vista sull’intero centro storico che si colora di un arancione-dorato e si riflette nel tuo calice di vino primitivo con sottofondo Sfiorivano le viole di Rino Gaetano, bhe credo che farebbe innamorare ed emozionare chiunque.

Quando poi ti siedi a tavola per cena inizia la sorpresa, ed ogni singolo senso è appagato e accontentato.

La vista è quella che per prima è felice, alla visione dei piatti sulla tavola, incisi direttamente a Grottaglie e diversi uno dall’altro e ancora più unici nella loro unicità.
Poi segue l’udito, con la playlist di Cosimo fatta di colonne sonore magiche, che allietano l’atmosfera già di per sé incantata.
Arrivano poi il gusto e l’olfatto, dal vino pugliese che la dolce Vanessa vi saprà consigliare al meglio (e lasciatevi assolutamente consigliare da questa giovane donna!) al tris dell’entrée con i suoi sapori ed odori, rigorosamente servito su ceramiche di molteplici colori e forme.
Non dimentico il tatto, super appagato sin dal contatto con la focaccia a centro tavola - toccata prima ancora di brindare ad inizio pasto (ops!) - o dalla pettola con cuore di cipolla.

La cena è tutta un continuo godere, un assaporare mare e terra, ed un continuo gioire. Isabella si sente in ogni boccone, con la sua personalità data da quel twist in più che solo le giovani leve hanno e con la sua filosofia che alla base pone il rispetto della materia prima, personalmente acquistata da lei ogni mattina, e della sua stagionalità.

Da non perdere, secondo Fabi: Riso Patate e Cozze: la rivisitazione del piatto barese (esigente quindi, io) con spuma di patate, guazzetto di cozze, riso soffiato e Polpo, Caciocavallo e caffè.


Già l’esperienza di mangiare su una terrazza del genere, in un’atmosfera simil bolla di pace che ti fa perdere il contatto con l’esterno, allietati dal servizio dinamico e sempre sorridente (ridono anche gli occhi con la mascherina), vale da sola il viaggio. Ma si sa che il cibo buono ha il potere di unire, e se accompagnato da vino buono e belle storie ancora di più. Ed ecco che si mette in moto quello che io chiamo potere delle relazioni umane, che fanno davvero la differenza in qualsiasi contesto.
A casa ci portiamo nuove amicizie bellissime, la consapevolezza che le sinergie tra giovani sono possibili, e tanto quality time – che avremmo voluto rallentasse e fosse ancor di più.

Esperienze – Cantina Produttori di Manduria e Museo

Potremmo dire che il vino primitivo è il non plus ultra quando si pensa alla zona di Manduria, e noi siamo andate proprio a casa sua, per conoscerlo ancora meglio.

La cantina Produttori di Manduria è il luogo di custodia di quello che è stato e che è il Primitivo di Manduria – annoverato fra i vini più conosciuti ed apprezzati in tutto il mondo. Questa è la prima cantina che ha creduto in questo vino ed ha iniziato un discorso di promozione dello stesso incarnando un vero e proprio baluardo.

In questo articolo del blog già vi avevamo raccontato di questa esperienza a nostro avviso imperdibile e adesso vi rinnoviamo il consiglio e vi consigliamo di terminare con una degustazione - in modo da comprendere appieno la particolarità di questi vini pop.

Zona mare - soste

Grazie alla comodità del servizio MoveU, abbiamo potuto fare dei pit stop sul mare non molto distanti da Manduria e tra loro.

Torre Colimena

Pezzo di cuore e d’infanzia, è una delle torri saracene di vedetta meglio tenute in tutta la Puglia, anche grazie alla famiglia che se ne prese cura che non le ha destinato lo stato di degrado delle torri sorelle.
Prende il nome dalla piccola marina di Torre Colimena, appartenente al comune di Manduria e si erge sul mare creando un colpo d’occhio formidabile sin da lontano.
Il primo piano della torre è sede dell’info point; al secondo e terzo piano è invece allestita una mostra della ceramica con pezzi unici di epoche e manifatture diverse, come la fiasca ‘bevi se puoi’. L’accesso al museo e la visita della terrazza (che ti catapulta sul mare) è possibile con prenotazione e visita guidata.

Riserva Naturale Regionale del litorale tarantino orientale.

A pochi passi dal punto in cui sorge Torre Colimena parte quella che è la Riserva Naturale, un bene prezioso da proteggere che consigliamo anche per una breve sosta per immergersi nella flora e nella fauna.
Dune sabbiose, acque specchiate, specie animali - come il Piri Piri - e vegetali - come la Salicornia ed il Giglio Marino, il fiore in via d’estinzione che qui come per magia continua ad essere molto diffuso ma non va assolutamente reciso: come ci ha detto Angela, questo sa stare solo a casa sua, seccando subito.

Questa è anche la casa dei fenicotteri rosa, che se siete fortunati potrete beccare alle prime ore del mattino, ed un tempo era la casa anche dei Monaci Benedettini – da qui il nome Salina dei Monaci. Questi dall’anno Mille crearono in quest’oasi una fabbrica del sale , sfruttando il deposito dell’acqua marina in una depressione oltre le dune. Anche per questo la Riserva è una testimonianza di una ricchezza di inestimabile valore nel passato.

Campomarino

Una delle spiagge più belle e cristalline del Salento, Campomarino è una vera ricchezza - divenuta infatti anche Patrimonio naturalistico.

I Caraibi di Manduria a mio avviso sono davvero speciali e singolari, rispetto alle altre spiagge della costa jonica, in quanto permettono di ammirare scenari naturali irripetibili: sabbia soffice, scogliere rocciose, macchia mediterranea, muretti a secco. Tutto insieme come in una cartolina.

Ampia spiaggia libera (cosa ormai incredibile in Salento) ma anche tanti lidi attrezzati.

Noi vi segnaliamo Posto 9, uno stabilimento balneare très chic e con una grande attenzione al dettaglio e alla raffinatezza, completamente immerso nella macchia mediterranea e con tutti i servizi necessari per staccare la spina e godersela tutta, in una cornice unica.
Noi ci siamo trovate da Dio e la ciliegina sulla torta è stato il loro ristorante di altissimo livello in cui gustare il mare dello Jonio in tutte le sue forme, rigorosamente vista mare.

Articolo realizzato in collaborazione con MoveU