Qualche anno fa mi sono imbattuta nel loro talk al TEDx Lecce e mi sono commossa. Conoscevo già la realtà del salumificio Santoro (e il loro celebre capocollo di Martina Franca) e conoscevo già personalmente Angela e Micaela, ma ignoravo la loro storia e tutto quello che queste due splendide donne coraggiose hanno costruito insieme. Angela e Micaela Santoro - anche dette Le Santorine - hanno una storia bellissima. Una storia che parla di Puglia e coraggio, ma anche di empowerment femminile e di due giovani donne che hanno deciso di restare al Sud anziché volare verso altri lidi assecondando la loro verve cosmopolita. Restare per rivoluzionare l'azienda di famiglia e dedicarsi a un settore - quello dei salumi - che molti affibbierebbero esclusivamente agli uomini. E invece no. Ma non voglio dirvi altro. Lascio che siano loro a raccontarsi rispondendo alle mie domande. 

Se dico RESTO IN PUGLIA, non posso che pensare a voi. Alla vostra scelta di restare, nonostante la vostra indole così espansiva e cosmopolita. Vi siete mai pentite di questa scelta?

Nemmeno per un istante, avevamo un istinto che ci suggeriva di costruire la vita che sognavamo a casa nostra, e l'abbiamo ascoltato. Nel frattempo anche la nostra amata regione è cresciuta tanto, mostrandosi sempre più come terra accogliente, generosa e piena di tesori ovunque, quindi è il mondo a essere venuto qui. Noi abbiamo però continuamente viaggiato, per lavoro e per curiosità, per cibo e per passione, alimentando un flusso perpetuo di piacere della scoperta.

Avete ripreso in mano l'azienda di famiglia dandole un volto più giovane. Una mossa che si è rivelata vincente. Quali difficoltà avete incontrato e quanto è stato difficile superare queste difficoltà?

Abbiamo dovuto confrontarci prima di tutto con i nostri genitori e nostro padre in particolare, sulla visione di quella che poteva essere, e poi è diventata, la nostra azienda di famiglia. Lui conservatore e affezionato alle tradizioni, noi moderne e contemporanee, in tumulto costante: abbiamo cercato un equilibrio, che tuttora teniamo in piedi grazie al confronto, e lo abbiamo trovato affiancandolo. Per noi l'innovazione è stata meridiana, è partita dal basso ed ha attraversato tutti processi, il racconto della nostra storia, la composizione aziendale anche grazie all'arrivo di un nuovo socio.

Avete reinventato la tradizione raccontandola col vostro stile. Avete reso il mondo dei salumi, prettamente maschile, decisamente cool e glam, aggiungendo un pizzico di femminilità. E oggi per tutti siete "le Santorine", coloro che si impegnano a scrivere una nuova storia in equilibrio tra tradizione e glamour. Com'è stata accolta questa trasformazione?

Inizialmente con diffidenza, come tutti i cambiamenti. Dopo i primi successi però, le resistenze sono cadute e abbiamo avuto sempre maggiore fiducia e spazio, potendo contare sul supporto della nostra famiglia in ogni scelta e circondandoci sempre di persone da cui possiamo imparare ad essere migliori, dai nostri collaboratori alle amiche, dai partner nel lavoro e nella vita privata. Le Santorine sono l'insieme di tanti aspetti, come accade per ogni realtà che raccoglie un seguito, piccolo o grande che sia.

Partendo dalle vostre radici siete riuscite a portare i vostri prodotti nel mondo. E di conseguenza, siete riuscite a portare la Puglia nel mondo. Mi ritrovo molto in questo (anche se la mia esperienza è in scala decisamente minore rispetto alla vostra) e vi ammiro. Quanto vi sentite grate di essere pugliesi? E che tipo di legame avete con la nostra terra?

Sulla scala avremmo detto l'esatto contrario, come vedi i punti di vista sulle cose cambiano di molto la prospettiva :) Appartenere a questa terra ci ha rese indissolubilmente legate al mare, ma anche grandi amanti dei piccoli borghi e delle bellezze rurali. Siamo molto fortunate ad essere nate in una terra che ne racchiude molteplici, in passato era chiamata per la sua diversità al plurale "le Puglie" e questo racchiude esattamente la sua essenza che fa innamorare chiunque si trovi a incontrarla: l'insieme eterogeneo ma armonioso di territori, persone, dialetti e cucine diverse che affascinano e innamorano. Siamo molto innamorate della nostra terra, si sente? 

Per molti ragazzi la famiglia è un limite. In molti, temendo il giudizio dei familiari, non riescono ad esprimere il proprio potenziale, non riescono a tirarlo fuori, finendo per assecondare il volere altrui. Voi invece siete riuscite a conciliare le cose: avete costruito i vostri successi proprio partendo dalla famiglia. L'intuizione che il vostro futuro sarebbe partito proprio da lì è stata immediata o ci è voluto un po' per capirlo?

Non è stata un'intuizione, non siamo nate sapendo già cosa avremmo fatto nella vita, no. Ci siamo appassionate al lavoro di nostro padre piano, attraverso le prime fiere di settore, i viaggi di lavoro che faceva, avevamo capito che era un bel mondo, interessante. Micaela ha continuato con lo studio del sassofono al Conservatorio Musicale di Monopoli e io mi sono iscritta all'Università del Salento. Diciamo che le vicissitudini della nostra famiglia ci hanno portato a lavorare presto e con l'attività di papà, che piano, dall'interno, siamo riuscite a cambiare e (a detta anche sua) migliorare. Nostro padre ha un talento che noi abbiamo messo in luce, tutto qui.

Ci mettete cuore, sempre. E proprio per questo chiedo a voi di lasciare un messaggio di forza e speranza per tutti i giovani che vorrebbero realizzare il loro sogno, ma non ci credono abbastanza. Soprattutto per i giovani del sud, a volte scettici e demotivati in partenza. Esperienze come la vostra sono illuminanti e d'insegnamento.

Non sarà facile, né qui né altrove, ma il problema non sono il lavoro, il contesto, il clima. Prima di tutto è necessario trovare la vostra strada, capire cosa vi fa stare bene per davvero, trovare una cosa che vi fa alzare all'alba col sorriso e con la voglia di andare a lavorare. Anche quando crederete che è una sciocchezza, che non "ci si mangia con una cosa così", beh tentate. Qualunque sia la cosa che vi ispira, credeteci per davvero e questo vi darà l'energia giusta per portarla oltre l'ostacolo, per superare le difficoltà che ci sono, in ogni percorso, è normale. Siete normali :) Se però il cuore vi dice di fare tutto questo in Puglia o al Sud, non rinunciate solo perché altri vi dicono che non è possibile fare impresa, crearsi una carriera, avere successo qui perché con i mezzi che abbiamo oggi, tutto è veramente possibile. Ovunque.

Ultima domanda: immaginate una giornata dalle vostre parti. Descriveteci i luoghi che consigliereste a un amico per una giornata unica in Valle d'Itria e dintorni.

Al mattino la colazione è al Docks 101 a Locorotondo per godere del versante Ovest della Valle d'itria oppure da History Vignola a Cisternino per godere di un'altra vista sulla Valle, visita agli unici Giardini di Pomona, dove perdersi fra le centinaia di tipologie di alberi di fico, passeggiata a Locorotondo e pranzo da U Curdunn, nel pomeriggio passeggiata al mare sul porto di Torre Canne completamente rinnovato prendendo un gelato all'ombra del faro. Risalendo a Cisternino aperitivo da 110 Cavalli e cena dal famoso Pinuccio il nero (al Fornello in piazza Pellegrino Rossi) con carne al fornello da mangiare super easy in piedi con birra sudata e amici (a distanza e non).

Su instagram le trovate come @lesantorine e vi consiglio anche di non perdervi il loro TEDx davvero ispirazionale.