Erano anni che desideravo visitare un centro di recupero delle tartarughe marine e poter vedere, con i miei occhi, come ci si prende cura di questi esseri meravigliosi. Sapete bene quanto amo il mare e tutto quello che appartiene a questo mondo. Le tartarughe marine, in particolare, occupano un posto speciale nel mio cuore. Soprattutto dopo il mio primo viaggio fuori Europa, quando ho avuto la possibilità di nuotare con loro in una spiaggia in Egitto

Negli ultimi anni, però, le tartarughe marine sono gravemente minacciate dall'inquinamento da plastica. Per essere precisi, sono la specie più minacciata dall'emergenza plastica.

Ogni anno nel mare finiscono circa 570.000 tonnellate di plastica e questo causa seri problemi all'ecosistema marino e, di conseguenza, al pianeta. La metà dell'ossigeno che respiriamo, infatti, è prodotta dall'ecosistema marino. Quindi proteggere il mare è indispensabile.

Da qui l'impegno di E.ON, compagnia internazionale di energia rinnovabile, nella salvaguardia delle coste e nella tutela del Mediteranneo - e delle tartarughe del Mediterraneo. E così nasce il progetto Energy4Blue.

Con questo progetto E.ON si unisce a Legambiente per mettere in atto iniziative concrete per il nostro pianeta. Tra queste la liberazione della tartaruga Blue, un'esperienza davvero emozionante a cui ho potuto partecipare in prima persona e con grande entusiasmo. 

Il centro di recupero delle Tartarughe Marine a Manfredonia

Ci tenevo molto a raccontare questa esperienza anche nel blog, affinché io possa rileggerla in futuro e voi possiate scoprire maggiori dettagli, maggiori informazioni. Tutto è partito nel nord della mia Puglia, nel centro di recupero delle tartarughe marine di Manfredonia.

Qui ho scoperto che nel 2019 il centro di recupero di Legambiente a Manfredonia, in Puglia, ha salvato più di 150 esemplari di tartarughe bisognose di cure. Questo è stato possibile anche grazie alla sensibilità dei pescatori locali che, comprendendo l'importanza del prendersi cura di chi "abita" il mare, collabora attivamente con il centro di recupero. Anche Blue è stata salvata da un pescatore di Manfredonia, dopo aver ingerito della plastica. Il pescatore, dopo averla salvata, l'ha portata prontamente al centro di recupero affinché lo staff potesse aiutarla ad espellere la plastica ingerita e affinché Blue potesse tornare a nuotare liberamente.

È stato emozionante vedere come, con amore e dedizione, ci si prende cura delle tartarughe in questi centri specializzati, che possiamo definire veri e propri ospedali per questi esemplari in difficoltà. Lo scopo è solo uno: restituirle sane al mare. Renderle libere

Ne ho approfittato per fare qualche domanda su Blue a Giovanni Furii, responsabile del Centro, e ho scoperto che è "un'adolescente", con i suoi 15 anni di età. Una tenera adolescente in procinto di tornare a casa, nel suo Mediterraneo. Tenera perché - vi assicuro - è impossibile rimanere impassibili davanti a un esserino come lei. Un essere indifeso, che noi esseri umani abbiamo reso indifeso.  Per me è stato molto importante vedere con i miei occhi dove le tartarughe vengono curate, affinché potessi rendermi conto di tutto il lavoro che c'è dietro il - breve, seppur significativo - "gesto" della liberazione.

La scelta dell'8 giugno come data per la liberazione di Blue non è stata affatto casuale: in questa giornata, infatti, dal 1992 si celebra la World Oceans Day, giornata ufficialmente riconosciuta dall’ONU nel 2008. Un'iniziativa che ogni anno spinge la popolazione mondiale a riconoscere la bellezza e l’importanza dell’ambiente marino e delle sue creature.

Le tartarughe marine sono uno degli animali più antichi comparsi sul nostro pianeta e la loro presenza negli oceani ha un valore inestimabile. E non possiamo permettere che queste creature oggi siano pericolosamente minacciate dalla presenza di plastiche e microplastiche. Ecco perché sono grata ai progetti di valore come Energy4Blue e al fatto che abbia potuto partecipare a questa esperienza così significativa e emozionante. 

La liberazione di Blue nella spiaggia della Gattarella, a Vieste

Per l'emozionante momento della liberazione è stata scelta una spiaggia a cui sono molto legata: la spiaggia della Gattarella, a Vieste. È stata scelta per due motivi: per il facile accesso (cosa non scontata nella selvaggia e meravigliosa terra garganica) e per la sua bellezza. 

Una volta arrivati in spiaggia, pian pianino abbiamo tirato Blue fuori dalla vasca per poi avvicinarla al bagnasciuga. E non avrei mai immaginato che sarebbe toccato proprio a me l'importante compito di condurre Blue a pochi centimetri dal mare. Confesso che avevo timore di farle male, ma le mie paure sono state subito dissipate quando mi hanno spiegato che le tartarughe marine sono animali coriacei, quindi non si corre questo rischio. Sollevandola ho invece constatato che, anche se adolescenti, le tartarughe sono molto pesanti. Blue pesa più di 21 chili. Ma il peso è passato in secondo piano quando le sue zampe hanno iniziato a muoversi impazienti nell'aria e allora sì, ho percepito profondamente la sua emozione. Un'emozione che si è unita alla mia, empaticamente e indissolubilmente.

Non dimenticherò mai quei momenti - brevi ma intensi - in cui Blue con le sue zampette si apprestava ad entrare in mare lasciando dietro di sè le orme del suo passaggio. Le orme di un momento così importante e significativo non solo per chi ama il mare, bensì per l'intero pianeta.

Non posso che chiudere questo articolo con un messaggio di buona fortuna per Blue, sperando che possa nuotare libera senza incontrare più plastiche e ostacoli.

Ringrazio ancora Energy4Blue per l'impegno nella creazione di una community di persone consapevoli, in grado di generare un cambiamento diffuso e trasversale. Oggi è più importante che mai diffondere consapevolezza e orientare il cambiamento verso modelli più sostenibili. Oggi è più importante che mai fare qualcosa di concreto per il pianeta.