Le Maldive sono uno di quei posti che, nell'immaginario collettivo, rappresentano il paradiso.

Sì, il paradiso tanto agognato dove staccare la spina dopo un anno di duro lavoro. Dove dimenticarsi di impegni, scadenze, routine.

Dove vivere l'intera vacanza in infradito o, ancora meglio, a piedi nudi.

Dopo averle vissute in prima persona, posso dirlo: le Maldive sono un sogno. Un viaggio da sogno.

Il mio viaggio alle Maldive mi ha fatto ricredere su molti cliché e luoghi comuni riguardanti questo Paese.

Scopriamoli insieme.

- “Le Maldive costano tantissimo”. No. Un viaggio alle Maldive può avere costi abbordabili, soprattutto se si sceglie di soggiornare in una guest house.

- “Alle Maldive ci si annoia”. Non è affatto vero! Le mie giornate sono state così piene di attività che per tutto il viaggio sono riuscita a stendermi sul lettino per soli 30 minuti.

- “Alle Maldive non ci sono tradizioni”. Non è vero. E questo lo si evince soprattutto soggiornando in una guest house, quindi su un’isola non privata. È qui che si possono incontrare le persone locali, che si può visitare un ospedale, che ci si può fermare davanti a una scuola. E per rispetto della gente locale in queste isole non è possibile bere alcol né stare in bikini nelle aree non consentite. E di questo ne parleremo meglio fra poco.

Cosa sapere prima di partire per le Maldive – la differenza tra Resort e Guest House

Le Maldive sono un Paese musulmano.

Ciò significa che, com’è giusto che sia, in loco bisogna rispettare usi e costumi locali. Usi e costumi molto diversi dai nostri, soprattutto se si decide di soggiornare in una guest house.

Mentre il resort è ubicato in un’isola privata, le guest house si trovano nelle isole abitate dai maldiviani, quindi da gente locale per la stragrande maggioranza musulmana. Per questo motivo nelle guest house (e nell'area circostante) non è possibile bere alcolici né girare in bikini senza problemi.

Il bikini è consentito solo nelle bikini beach che, considerate le piccole dimensione delle isole maldiviane, sono sempre molto vicine alle guest house.

Nonostante l’esperienza in guest house possa sembrare “limitante” agli occhi di un occidentale, in realtà consente di vivere la realtà locale da vicino, nel profondo. Permette di conoscere gli abitanti delle isole in cui si soggiorna, permette persino di mangiare nei loro ristoranti e di assaporare squisiti piatti tipici per una cifra irrisoria (io l’ho fatto).

Quello che non mi aspettavo dalle Maldive

Nonostante siano così conosciute, molti ignorano molti aspetti essenziali di un viaggio alle Maldive. In primis il numero di attività che questa destinazione offre al visitatore.

Non vi nascondo che io avevo sempre desiderato un viaggio alle Maldive, ma mi sono sempre frenata per paura di rimanere delusa e, soprattutto, di annoiarmi.

Adoro il mare - ormai è cosa appurata - ma l’idea di essere circondata dal mare per l’intera vacanza senza nulla da fare, beh, un po’ mi spaventava.

E mi sono ricreduta grazie all’esperienza in guest house, che ora vi racconto nel dettaglio.

Durante il mio viaggio ho soggiornato in due guest house, in due isole diverse: Canopus Retreat a Thulusdhoo e Plumeria a Thinadhoo.

Entrambe raggiunte via mare, a bordo di imbarcazioni.

Thulusdhoo

Al Canopus sono stata accolta da Giacomo, un ragazzo italiano che, con la sua energia, crea connessioni tra gli ospiti e la gente locale.

Giacomo vive a Thulusdoo da quasi cinque anni e ci ha raccontato di quanto agli inizi sia stato complicato riuscire a sentirsi a casa in un'isola dalle tradizioni completamente diverse dalle nostre. Ci ha raccontato di come, insieme ad altri occidentali, ha educato la gente del posto a liberarsi dei rifiuti - e in particolare della plastica - negli appositi bidoni, inseriti da poco.

Con lui abbiamo visitato l’ospedale dell’isola, abbiamo incontrato i sorrisi dei bimbi del posto, abbiamo esplorato i fondali dell’Oceano sotto un acquazzone tropicale.

Sì, siamo andati anche oltre la nostra comfort zone. Ed è stato incredibile.

Accanto al Canopus vi è il Samura, fiore all'occhiello di Giacomo. Si tratta di una guest house curata in ogni dettaglio (fantastici il letto volante e l'area dedicata allo yoga vista mare) e molto frequentata dagli italiani. Ho apprezzato molto il fatto che i gruppi e le coppie che soggiornavano al Samura hanno socializzato così tanto da essere diventati amici. Quando l'atmosfera è giusta, non si possono che creare belle connessioni.

Anche il cibo è davvero ottimo, sia al Canopus che al Samura.

N.B.: Il Samura e il Canopus, per il tipo di costa dell'isola, sono particolarmente amate dai surfisti.

Thinadhoo

Il Plumeria, nell'isola di Thinadhoo, è una guest house più strutturata.

Qui viene meno l'aria intima e familiare del Samura, ma in compenso l'area è molto più grande e l'isola lascia senza fiato. Per arrivare alla Bikini Beach, infatti, si può prendere una scorciatoia nella foresta. L'ho percorsa di giorno e mi ha lasciato senza fiato.

Le attività proposte al Plumeria sono tantissime, tant'è che abbiamo fatto davvero fatica a sceglierne solo un paio avendo pochi giorni a disposizione.

Ho adorato la colazione sulla lingua di sabbia (che avevamo sperimentato già con Giacomo a Thulusdhoo, con la sveglia all'alba), ma quello che più mi resterà nel cuore è senza dubbio l'incontro ravvicinato con gli squali.

Erano anni che sognavo di farlo e ancora fatico a credere che sono davvero riuscita a nuotare con gli squali. Ovviamente si tratta di squali non pericolosi per l'uomo, a dispetto di tutti coloro che appena sentono pronunciare "squalo" pensano subito al film di Spielberg.

Gli squali con cui ho nuotato sono gli squali nutrice, delle creature enormi e meravigliose. Mi riesce difficile spiegare l'emozione che ho provato al momento dell'immersione e nei secondi successivi, ma vi assicuro che è stato incredibile. Un'emozione incredibile.

Nella stessa giornata ho avuto la possibilità di vedere mante e razze, oltre a una bellissima tartaruga di mare.

A discapito di quel che si possa pensare, un viaggio alle Maldive può regalare tantissime emozioni, a partire dallo snorkeling fino ad arrivare alla vista dei delfini, al nuotare con gli squali nutrice, gli squali balena o all'imbattersi in misteriosi relitti.

Un'altra cosa che mi resterà nel cuore? I tramonti maldiviani.

Forse sembrerà banale - di tramonti belli ne è pieno il mondo - ma io credo che ci siano posti in cui i tramonti regalano qualcosa in più. Mi era successo a Koh Nang Yuan in Thailandia, a Bali e adesso qui. Complice la commistione di oceano e foresta, per me è stato incredibile vedere tutte quelle striature pesca e arancio accendersi nel cielo.

Un'altra cosa che non dimenticherò è la cena a piedi nudi sulla sabbia, a lume di candela con Diana.

E consiglio anche a voi di concedervela.

Restano ancora tantissime attività che avrei voluto sperimentare alle Maldive, ma come sempre credo che non ci sia bisogno di farne un cruccio.

Perché sento che tornerò.

Alle Maldive si torna.

Cosa mangiare alle Maldive?

La cucina maldiviana ha molte influenze dei Paesi vicini, in primis lo Sri Lanka (di cui ho già parlato in un altro articolo).

E difatti uno dei piatti che ho gustato con più piacere viene proprio dallo Sri Lanka e si chiama Kotturoshi.

L'ho ordinato su consiglio dei maldiviani conosciuti sull'isola e l'ho trovato davvero squisito.

Per colazione, invece, tipicamente si mangia il Mashuni, preparato con tonno, cocco e cipolla. Accompagnato dal roshi (un pane non lievitato che ricorda le nostre piadine), l'ho apprezzato moltissimo.

Come raggiungere le Maldive?

Volando sulla capitale, Malé, per poi spostarsi nelle altre isole con un'imbarcazione o l'idrovolante.

Io ho volato con Qatar Airways, partendo da Roma Fiumicino e passando da Doha, per poi arrivare a Malé.

Come sempre, i voli Qatar Airways si sono dimostrati impeccabili così come il personale di bordo, che ci ha coccolato dall'inizio alla fine del viaggio.

Cosa sapere prima di partire - info pratiche

Prima di partire per le Maldive, è bene cambiare un po' di euro in dollari (o prelevare direttamente dei dollari). Il dollaro è molto usato sulle isole maldiviane anche se, personalmente, non ho avuto problemi a pagare direttamente in euro al Plumeria.

Per quanto riguarda la connessione a internet, difficilmente al momento troverete un gestore con una buona tariffa per questa destinazione.Vi consiglierei quindi di acquistare una scheda dati locale (il costo è di circa 20 dollari). Considerate che spesso il Wi-fi non è dei migliori, quindi se avete bisogno di rimanere connessi la scheda potrebbe essere l'unica soluzione. E andrebbe acquistata già in aeroporto.

Infine vi ricordo l'assicurazione di viaggio, fondamentale per coprire le spese di eventuali imprevisti (e importantissima, non smetterò mai di dirlo). Attualmente ho una polizza annuale con Heymondo e dispongo di uno sconto del 10% per tutti i miei lettori, per qualsiasi destinazione e polizza vogliate stipulare.

Articolo realizzato in collaborazione con Visit Maldives, Master Consulting FL e Qatar Airways