Qualche giorno fa ho avuto il piacere di visitare uno dei musei più dolci al mondo: il Museo del Confetto di Andria.

In occasione del Festival Internazionale di Castel dei Mondi – che abbiamo documentato con WeAreinPuglia per #WeShowPuglia – abbiamo approfittato per visitare uno dei maggiori punti di interesse della città.
Difatti questo museo, riconosciuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e annoverato tra i Locali Storici d’Italia, viene visitato non solo dai pugliesi, ma anche da turisti provenienti da ogni parte del mondo.
In questo museo risiedono la storia del confetto e quella genuinità di cui andiamo alla ricerca oggigiorno.
Quella genuinità che ormai viene sostituita troppo facilmente da macchinari tecnologici, complementi d’arredo moderni e procedure rapide che permettono di lavorare velocemente sulla quantità.
Nel Museo del Confetto, invece, si apprende come alcune cose siano rimaste esattamente come alcuni decenni fa.
E lo si avverte respirando il profumo dolcissimo e inebriante dei confetti.
Un profumo che mi porto ancora dietro, grazie alle brochure ricevute, ancora impregnate di quella nota delicatissima che solo i confetti riescono a regalare.

Il Museo del Confetto nasce in onore di Giovanni Mucci, figlio del fondatore della confetteria Mucci, Nicola Mucci. Con questo museo la Famiglia Mucci ha voluto onorare e perpetuare nel tempo il patrimonio di storia, sapere e tradizioni ereditato.
Un patrimonio che va custodito gelosamente, preservato e soprattutto raccontato.
Perché anche questo patrimonio è un’eccellenza pugliese di cui andar fieri, tant’è che rientra nel circuito Locali Storici d’Italia.

La visita al Museo del Confetto dura circa due ore. Due dolcissime ore allietate dalla degustazione di alcuni confetti d’eccezione.
Tutti i confetti sono realizzati artigianalmente come una volta e sono preparati con materie prime d’eccellenza: le mandorle pugliesi di Toritto Filippo Cea, le mandorle di Avola, le nocciole Piemonte IGP, le lamine di argento puro.

Partendo dalla prima degustazione per iniziare il tour in dolcezza, si iniziano a scoprire i vari macchinari. Dal pela mandorle alle bassine - utilizzate ancora oggi – per finire con la branlante, una bacina in rame che veniva utilizzata per la lavorazione a mano dei confetti.


All’interno del museo si apprende il motivo dell’importanza del confetto ad Andria, un motivo che onestamente ignoravo - benché io sia pugliese.
Il legame tra Andria e i confetti è molto antico e fortemente connesso alla tradizione locale.
Quando in passato i ragazzi si recavano a casa della rispettiva fidanzata con i familiari in occasione di eventi speciali (ad esempio il fidanzamento ufficiale), avveniva la cosiddetta “Petresciata”: la fidanzata veniva “bombardata” di confetti, simbolo di fertilità e buon auspicio. Le suocere, inoltre, portavano una bomboniera colma di confetti pregiati, simbolo di fecondità.
E ovviamente il fatto che le suocere portassero questa bomboniera porta fortuna significava che la futura nuora era gradita.
 Pensate che se questa usanza non veniva praticata per un motivo qualsiasi, si correva addirittura il rischio di mandare in fumo il matrimonio.
Da qui l’importanza del confetto per Andria e per gli andriesi.
Ancora oggi i confetti sono l’emblema della fecondità: il loro cuore dolcissimo e tenerissimo simboleggia il seme nella terra o nella femmina che darà frutti.
Ecco perché lanciarlo o consumarlo era un tempo un prezioso atto propiziatorio, inteso come promessa di rinnovamento del ciclo della vita.

Il museo del confetto si trova in via del Museo del Confetto, 12 – Andria (BT) 
Per prenotazioni: info@museodelconfetto.it