Qualche tempo fa sono partita per un'avventura nel cuore dell'Italia.

Sono partita a bordo di un'automobile rossa targata MarcheExpress per una staffetta volta a far scoprire l'intera regione delle Marche.

A me sono state assegnate le terre del Verdicchio, con tappe a Genga, Frasassi, Jesi, San Vittore e Pierosara.

Una zona che -confesso - non conoscevo affatto e temevo potesse risultare poco affine a me.

Ma le Marche hanno saputo farmi ricredere. E innamorare.

Il mio viaggio marchigiano è partito da Ancona in compagnia della local migliore che avrei potuto desiderare, Maria Claudia Venturini (Mary aka @piccolauma), che mi aspettava in stazione con l'auto rosso fiammante.

 Ho conosciuto Mary due anni fa nella mia terra ed è anche grazie alle sue splendide foto se ho iniziato a lasciarmi incuriosire dalle bellezze delle Marche, partendo dalle distese dorate di campi di grano e di girasoli.

I campi di grano e girasoli

Una delle cose che più amo di un viaggio è osservare dal finestrino il paesaggio che muta lungo gli spostamenti. Da Ancona a Genga il cambiamento è repentino e il panorama regala subito spettacolari scorci naturali dove il verde si alterna all'oro del grano e al giallo intenso dei girasoli. Abbiamo subito fatto una sosta per immergerci nell'atmosfera idilliaca di questa zona e immortalarne la bellezza. A volte le cose semplici offerteci dalla natura sono le più preziose. E le Marche lo ricordano bene.

Jesi, Genga e Frasassi

La prima cittadina che ho visitato è stata Jesi, una città racchiusa tra antiche mura e dal fascino medievale. Ci siamo fermate tra i suoi vicoli per un aperitivo per poi sbucare nella maestosa Piazza Colocci, dove si erge il Palazzo della Signoria. Dopo qualche scatto siamo nuovamente salite a bordo dell'auto per immergerci in un paesaggio dall'atmosfera rilassante fatto di un verde rigoglioso e rocce imponenti. Direzione Genga. 

Incastonata nel cuore verde delle Marche, il Parco Nazionale della Gola della Rossa, Genga custodisce uno dei complessi ipogei più famosi d'Europa: le Grotte di Frasassi.

Scoperte nel 1971, queste grotte sono estremamente particolari perché sono state
scavate dall'acqua in orizzontale (e non in profondità). Ciò determina una continua presenza di correnti d'aria che ha portato alla formazione dei cosiddetti "veli", meglio detti cortine parietali.
Mi sono lasciata sedurre da queste grotte e dal loro fascino misterioso partendo dalla prima sala - così grande che potrebbe entrarci l'intero Duomo di Milano - per arrivare alla suggestiva sala delle candeline, fino alla sala dell'orsa (così detta per la presenza di un masso che col tempo, in seguito alla costate erosione, ha assunto le sembianze di un'orsa).
A pochi minuti di auto dalle grotte si trova il Tempio del Valadier. Si tratta di una struttura ottagonale in blocchi bianchi seminascosta in una grotta e risalente al 1828.
Per arrivarci bisogna camminare un po' e percorrere una salita piuttosto ripida (vi consiglio di indossare delle sneakers), ma la fatica viene abbondantemente ripagata quando ci si trova di fronte al tempietto, avvolti da un'atmosfera ovattata, intima e speciale.
Qui ci ho lasciato il cuore.

San Vittore e Pierosara

A pochi minuti dalle grotte si trova frazione di San Vittore. Abbiamo deciso di fare una breve sosta in questa cittadina per visitare la Chiesa di San Vittore alle Chiuse (XI sec), un meraviglioso edificio romanico a croce greca. Di fronte alla chiesa si trova un ponte romano dove io e Mary ci siamo fermate qualche minuto per ammirare il paesaggio e godere pienamente della sua placida atmosfera.
La quiete di questa zona mette in pace col mondo. Nel cuore del Parco della Gola della Rossa sorge anche Pierosara, un piccolo borgo caratteristico che si sviluppa in altezza, regalando degli scorci naturali mozzafiato.
Come mi ha spiegato Mary, il nome Pierosara è dovuto a una leggenda legata a due giovani dal nome - appunto - Piero e Sara, entrambi di Castel Petroso.
La storia - tramandata di generazione in generazione - narra l’amore sfortunato fra Sara e Piero, il suo promesso sposo. Un amore minacciato dal feudatario del Castello di Rotorscio, il conte Ravellone. Quest'ultimo, perdutamente innamorato di Sara, decise di rapirla. Quando i cittadini si accorsero del rapimento, lottarono contro il conte. E così il conte, costretto alla resa, uccise Sara e subito dopo Piero. I due innamorati spirarono uniti in un ultimo abbraccio e fu così che, in memoria della loro storia, Castel Petroso prese il nome di Pierosara.
E secondo me è merito di questa leggenda se il borgo mantiene un'atmosfera senza tempo, speciale.

Il Verdicchio - Azienda Vitivinicola Socci

L'ultima tappa è stata la visita di un'azienda vitivinicola specializzata nella produzione di Verdicchio, il vino bianco autoctono delle Marche.
E direi che il mio viaggio non poteva concludersi in modo migliore. Ci ha accolto Marika Socci, pronta a presentarci la sua azienda, una piccola realtà a conduzione familiare dove la passione è al centro di tutto.
Pensate che il vino viene imbottigliato a mano da tutti membri della famiglia e - ciliegina sulla torta - a due etichette è stato dato il nome delle figlie del proprietario. Nell'atmosfera bucolica circostante l'azienda abbiamo chiacchierato e degustato i vini lasciandoli decantare tra vigne e campi di grano. Sorseggiando quel Verdicchio ho colto la vera essenza delle Marche.
La semplicità che si riflette nell'oro, nel verde e nell'ospitalità della gente del posto.
Quella semplicità che ha il sapore di famiglia, che sa di casa.

Dove ho dormito: Hotel Le Grotte - Frasassi

Il mio viaggio ha raggiunto la perfezione grazie all'hotel in cui ho
soggiornato: l'Hotel Le Grotte.

Si tratta di un hotel incastonato tra le verdi colline di Frasassi e dotato di piscina esterna e spa.
Io e Mary ci siamo lasciate coccolare dall'atmosfera rigenerante che avvolge la struttura, ci siamo concesse i piaceri della sauna e un aperitivo a bordo piscina capace di lenire l'anima. Se cercate un posto dove rilassarvi, ecco, sappiate che questo è il posto giusto.
Complice il meraviglioso paesaggio circostante e l'ottima cucina, credo che consiglierò vivamente questo hotel a tutti coloro che mi chiederanno di un'oasi per staccare la spina e dimenticare i problemi.

Questa zona delle Marche è come un balsamo sul cuore.
Libera i pensieri, rilassa, rigenera la mente. Se avete voglia di vivere in prima persona i paesaggi marchigiani date un'occhiata a tutti gli itinerari sul sito ufficiale della regione Marche.


Un grazie speciale va a Mary che, per amore del suo territorio, mi ha guidato nel cuore verde marchigiano. Quando si visita un posto con un local innamorato delle sue radici, beh, l'esperienza indimenticabile è assicurata!